Passando in macchina guardò lungamente dal finestrino la cupola della basilica della Estrela. Era bella, la basilica, con quel cupolone barroco e il frontale ornato. Era lì davanti, nel giardino, che molti anni prima dava appuntamento a Ophélia Queiroz, il suo unico grande amore. Sulla panchina del giardino della Estrela si scambiavano timidi baci e solenni promesse di amarsi per sempre.
Ma la mia vita è stata più forte di me e del mio amore, bisbigliò Pessoa, scusami Ophélia, ma io dovevo scrivere, dovevo solo scrivere, non potevo fare altro, ora è finita.
Tabucchi, Antonio. Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa. Palermo: Sellerio editore, 1994, p. 13.
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